Vita da Grandlander

Grandland X unboxing

L’attesa è terminata. Poco più dei canonici 90 giorni ed è arrivato il momento del ritiro, o meglio, del passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova generazione Opel, tra il mondo GM e quello PSA.

26 Apr 2018

Per lavoro ed affari di famiglia, sono “opelista” da generazioni e provengo da una Zafira che dal 2001 al 2018 mi ha accompagnato nelle vicende più importanti della mia vita e in quella della mia famiglia: oltre 385.000 km di strade ed avventure di ogni genere che, con una buona dose di malinconia, si accingono ad essere posteggiati nel parcheggio della concessionaria per l’ultimo, fatidico saluto.

Ha servito con una efficienza senza paragoni e fa specie vederla ora accanto alle “reiette”: Oltre alle memorie, una foto di rito adesso è il minimo che le devo!

Non è l’attaccamento ad un oggetto ma la quantità di ricordi e la loro importanza che giocano brutti scherzi all’equilibrio emotivo; lo stesso che viene subito bersagliato dall’incontro con la nuova arrivata, una Grandland X 1.6 TD, fino ad ora scelta sulla carta, immaginata 1000 volte in un monitor, smanettando nel configuratore Opel, provata nella versione per il test drive ma… ora è li.

O meglio, è sapientemente celata dal concessionario sotto il suo telo protettivo, per aggiungere quel pizzico di suspance, di sorpresa, e rendere il primo incontro qualcosa di speciale.

A me l’onore di rimuovere il telo, di scoprire sotto quel manto nero, tutta l’eleganza del Pearl White scelto ed…

Eccola!


Le presentazioni di rito sono d’obbligo per familiarizzare con le nuove soluzioni tecnologiche e, su Grandland X, non sono poche!

Dall’approccio alla chiave elettronica, al sistema Open&Start su porte e portellone ormai standard da alcuni anni ma non per chi proviene da una vettura praticamente “analogica”.

Si passa quindi allo Start&Stop, un’aberrazione per chi non l’ha mai provato ma che su Grandland X ha una pulizia e precisione tale da farlo diventare praticamente invisibile: lo usi senza neanche rendertene conto, così come ci si aspetta da una tecnologia matura e non invasiva.

È una delle giornate più splendenti di questa primavera imprevedibile, e questo rende impossibile soffermarsi sul sistema Full LED, una delle caratteristiche di maggiore pregio in questa vettura, ma ci sarà tempo per rifarsi.

Ancora una rapida occhiata all’Infotainment e ai comandi di base, poi gli auguri, i saluti di rito e… si va in scena!

Non appena si chiudono gli sportelli, anche a motore avviato, la primissima sensazione è quella di essere isolati dal mondo circostante.
Un’istintiva obiezione muove un naturale dubbio: sarà colpa della precedente vettura molto rumorosa o si tratta di un reale pregio della Grandland X?

Poco importa, perché sto conversando a fil di voce con mia moglie e mi rendo conto che, dopo 15 minuti alla guida, non ho ancora quel pizzicore in gola tipico di quando si sforza male la voce, cosa che fino ad oggi era per me inevitabile: tanto nei rumori del traffico cittadino quanto nel tratto extraurbano, col motore su di giri, posso guidare, tenere la radio in sottofondo (ma ben udibile) e dialogare in estremo relax e senza alcuno sforzo: benedetta Grandland X!

Non conoscendo ancora bene la vettura è normale avere i sensi ancora più allerta del solito: cerco di sbirciare su tutto ciò che si muove tra Computer di bordo e Infotainment e la dotazione è davvero ricca: tutto ciò che può venirti in mente è segnalato con spie ed allarmi, tanto da chiedersi come fare a ricordare così tante informazioni quando…

Improvvisamente una spia dove non te l’aspetteresti: fuori dall’abitacolo, sullo specchietto retrovisore, una segnalazione ti avverte immediatamente che qualcuno ti sta sorpassando in un punto in cui non avresti visuale per rendertene conto.

Non c’è bisogno di “ricordare” più di tanto perché le segnalazioni sembrano essere chiare e puntuali.

Alla guida fuori dal centro abitato è inevitabile fare la conoscenza con quella che probabilmente è la caratteristica che meno passa inosservata, il Keep Lane Assist. E’ sufficiente una piccola curva per avere la sensazione di non essere soli al volante: inizialmente la sensazione, inattesa, genera qualche apprensione nel constatare che, pur mantenendo il pieno controllo, si ha sotto le mani una qualche intelligenza che agisce in autonomia. Poi però scatta subito l’autocritica: è incredibile quante volte si viaggia a ridosso delle corsie senza rendersene conto.

E’ impossibile resistere, per i primi chilometri il Keep Lane Assist diventa il soggetto di attenzione principale, e infatti, alla prossima leggera curva, non avendo nessuno nelle vicinanze, provo ad andare dritto e il sistema fa il suo dovere alla perfezione riportandomi docilmente ma anche immediatamente in carreggiata. Per un po’ funziona anche staccando le mani dal volante, pur tenendole li vicino per prudenza e sicurezza: il sistema continua a correggere la traiettoria ma, ad un certo punto, si accorge che stai giocando e ti redarguisce segnalandoti che è opportuno tenere le mani sul volante.

Aldilà degli esperimenti dettati dalla curiosità iniziale, è rassicurante sapere di avere a bordo un sistema efficace nei viaggi lunghi, o nei rientri serali dopo una giornata di lavoro in cui la stanchezza affiora, o anche da tenere attivo semplicemente come “terzo occhio” in caso di distrazioni imponderabili.

Purtroppo, il tragitto questa mattina è breve e le caratteristiche da provare sono molte, ma già questa prima esperienza di guida restituisce una grande dose di curiosità e voglia di tornare a bordo per continuare la scoperta.

L’auto è ancora un po’ legata, com’è prevedibile nonostante il termine “rodaggio” sia ormai considerato privo di senso, quindi alcune valutazioni devono essere necessariamente rimandate.

Tuttavia, la prima impressione mi lascia con un grande senso di soddisfazione: L’auto da grande sicurezza (e non provengo certo da un fuscello al vento!) e, pur avendo un assetto più rigido rispetto alla precedente vettura, la sensazione è di essere saldamente ancorati all’asfalto.

Scendo a malincuore per entrare in ufficio e mi rendo conto solo in questo momento dell’enorme comfort del sedile: l’esperienza di guida aveva momentaneamente sottratto attenzione alla piacevolezza “fisica” dello stare a bordo ma, scendendo la sensazione è netta: È comoda quest’auto!

Mi incammino verso la meta, con l’inevitabile carico di pasticcini e qualche bottiglia di Prosecco per un brindisi con i colleghi, poi mi volto, un ultimo sguardo alla perla che brilla sotto il sole e…

Caspita, però, che design!

Gianfranco B.

Gianfranco B.

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